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lunedì 13 gennaio 2014

Il fondamentalismo del pulito


Buongiorno a tutti...è di nuovo lunedì. Come avete passato il week end? Qui abbiamo avuto due giorni freddi (6°) ma soleggiati davvero piacevoli. Sapete quelle giornate di sole invernale, quando l'aria è croccante, il freddo pungente, e i contorni delle cose sono nitidissime? Mi piacciono da morire.

Ne ho approfittato ovviamente per uscire ed esplorare il mio nuovo quartiere (vi ricordate? Mi sono trasferita nella nuova casa). Adoro la mia zona, che è chiamata "Museumkwartier" perché è dove si concentrano tutti i musei di Utrecht. Pensate che 20 metri più in giù di casa mia c'è l'Universiteitmuseum, il cui splendido giardino mi aveva tanto colpito la prima volta che ho visitato la città. Chi l'avrebbe mai detto che sarei andata ad abitare lì vicino!

L'altra grande occupazione del weekend è stata la pulizia della nuova casa............e qui si apre un intero capitolo.

Premessa: la casa è tenuta molto bene e la precedente inquilina l'ha lasciata in condizioni ottimali, pulita e ordinata. Il problema è che il concetto di pulizia italiano è qualcosa di...diciamo "molto sviluppato". Il pulito olandese non sarà mai pulito per noi. E non voglio essere razzista: nessun pulito sarà mai abbastanza per noi. Lo sporco noi lo dobbiamo stanare, è un tarlo che non ci lascia in pace finché non siamo andati a pulire anche nei punti più nascosti, assicurarti che ogni angolo, buco e anfratto siano lindi e pinti. Rilassarsi sul divano senza avere la certezza che sia tutto perfettamente igienizzato? Impossibile. Certo, anche noi abbiamo le nostre eccezioni, ma gli standard generali sono da camera iperbarica.

Da brava italiana, ho quindi dedicato varie ore a pulire la casa da cima a fondo. Mi sono particolarmente scatenata dopo che ho scoperto due dita di polvere sopra i pensili della cucina...il danno era fatto, per me quel posto era INFETTO. Il mobiletto dei detersivi non mi ha dato soddisfazione: niente sgrassatore, niente detersivo per i pavimenti, niente spray alla candeggina. Solo ammoniaca, trementina (?!?!) e spirito. Apprezzo l'arte di arrangiarsi, ma io devo avere un prodotto diverso per ogni scopo, altrimenti non mi sembra di pulire BENE (Non l'avreste detto, eh, che sono così fissata con la pulizia? Devo ammettere che è una cosa che è cresciuta con l'età...). Ho fatto un salto al negozio di articoli per la casa più vicino e l'ho svaligiato.

Una domanda sorge spontanea: com'è che noi italiani abbiamo un concetto di pulizia così estremo? Su Berlino Cacio & Pepe è uscito mesi fa un articolo che parla proprio di questo tema, e alcuni degli esempi che l'autore porta rendono l'idea di quanto siamo maniacali (es. lui ha orrore delle buste della spesa posate sulla tovaglia..io non mi ero mai nemmeno posta il problema). Ho anche trovato questo articolo della Repubblica del 2006 dal titolo agghiacciante: Donne italiane fissate per la pulizia nelle nostre case record di detersivi. Cito: "Le italiane spendono 21 ore alla settimana, contro le 4 delle americane, per stare dietro a polvere, magliette sporche e vetri opachi. Cucina esclusa." (ricerca di Procter & Gamble); "La ricerca Eurostat del marzo scorso ci ha messo in cima alla classifica europea per tempo speso in faccende domestiche, 5 ore e 20 minuti al giorno". E ancora: "le aziende per il nostro mercato producono bombolette con un 50% in più di contenuto e spesso inventano detersivi solo per noi. Tutta roba al top di gamma perché non c' è da fidarsi di surrogati a buon prezzo che poi devi rifare tutto da capo" (ahahaha).

Penso che tutti coloro che hanno vissuto all'estero, anche solo per brevi periodi, abbiano trovato da ridire sulle condizioni igieniche locali. Sicuramente siamo rimasti shockati nello scoprire che scopa e paletta (col manico lungo) non sono molto comuni fuori dai confini italici. Anche qui in Olanda niente spazzatina post-pasti, si usa solo l'aspirapolvere durante le pulizie grosse. Niente spray per la polvere, si usa il piumino così, a secco (e usare il piumino a secco NON HA SENSO, lo sappiamo tutti). Da quando sono qui, non mi è mai capitato di passare davanti ad una delle molte finestra senza tende e vedere una sciùra olandese alle prese con le pulizie. Com'è possibile? Puliscono di notte? Hanno tutte il roomba?

Il fondamentalismo del pulito, da noi, è una cosa che si tramanda da tempi immemorabili. Pensate che mia nonna ogni settimana puliva il battiscopa passando un dito avvolto in uno straccio per tutta la casa. Generazioni e generazioni di italiani sono cresciuti a suon di pattine, tappeti sbattuti, cuscini lasciati al sole (per ammazzare gli acari), pavimenti consumati dal mocio. Eppure i nostri bisnonni erano contadini, gente semplice, che non sapeva nulla di asma o acari e che non era bombardata di pubblicità "che più bianco non si può". Eppure spazzavano l'aia, si consumavano le mani sulle pietre dei lavatoi o con la lisciva, aprivano le finestre anche d'inverno per arieggiare. Chi o cosa ha dato origine a questo istinto del pulito?

Noi giovani italiani all'inizio ci ribelliamo, la nostra stanza è un casino, non ci togliamo le scarpe quando entriamo in casa, sbricioliamo fuori dalla tovaglia, non ci vogliamo lavare le mani. Poi il virus della pulizia cresce, si fa strada e (solitamente dopo un particolarmente sudicio periodo universitario) esplode quando entriamo nella prima casa "nostra". Lì scopriamo che la seggetta del water non potrà essere mai abbastanza bianca per noi.

All'estero, particolarmente nei paesi del nord, la pulizia è vissuta in modo più rilassato... Chissà perché? Non credo si tratti della differenza di clima perché ovunque noi italiani andiamo, al nord o al sud, troviamo sempre di che lamentarci. Siamo proprio noi ad essere maniaci. Ma perché? Qualcuno di voi ha un'opinione o una spiegazione al riguardo? E quali sono le vostre più incoffesabili manie di pulizia? Sono proprio curiosa di scoprire cosa ne pensate.

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