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mercoledì 30 ottobre 2013

Vita sparsa


Da dove comincio...non che abbia chissà quali avventure emozionanti da raccontarvi, però mi piace tenervi aggiornati sulle cavolate che mi succedono e sulle cose strane o buffe che scopro qui in Olanda.

Allora, direi che la prima cosa da dire è che è arrivato ufficialmente l'autunno. Nel senso, freddo e pioggia qui ci sono già da un po', ma adesso siamo in quel momento magico in cui cadono le foglie...impossibile non notarle, nonostante gli spazzini che passano tutti i giorni ci sono mucchi altissimi dappertutto!



Ieri abbiamo anche subito, probabilmente lo avrete sentito, una tempesta piuttosto forte. A differenza delle sorelle born in the USA, la nostra tempesta non ha un nome di donna (troppo sdolcinato), ma è stata infelicemente battezzata "San Giuda", dal nome del Santo patrono delle cause perse... È stato stimato che le piogge torrenziali abbiamo fatto cadere tra i 20 e i 40 millimetri di acqua piovana in appena 6-9 ore e che i venti abbiano toccato quota 159 km/h.  

Ad Amsterdam sono morte due persone, colpite da un albero abbattuto dal vento. Mi sembra una cosa di una tragicità e di una sfiga assoluti. Sempre ad Amsterdam, sono stati bloccati tutti i treni in partenza e in arrivo alla stazione centrale, mentre a Schiphol sono stati cancellati una cinquantina di voli.

Quanto a me, a parte una pedalata piuttosto faticosa la mattina, ho passato la giornata chiusa in ufficio e non mi sono accorta di nulla. La sera ad Utrecht il vento era già molto calato. Il forte vento ha spazzato via le nuvole e oggi il tempo era sereno.

Photo credits Tamara Bok
Per tornare ad argomenti più leggeri, vi racconto il mio weekend. Sono uscita, c'era bel tempo, ho fatto un giro in centro con J., ho partecipato alla festa di compleanno di Mr. M, sono andata a sentire J. suonare il piano. Insomma, un bellissimo weekend.


Domenica pomeriggio, colta da una insolita ispirazione, ho deciso di andare a studiare la mia fantastica e nuovissima GRAMMATICA NEERLANDESE nella biblioteca centrale dell'università di Utrecht. È un posto fantastico. Non c'è altro modo di descriverlo.
Immagino già le proteste di chi ha avuto la fortuna di studiare in qualche palazzo rinascimentale a Firenze, o in qualche moderna e superfiga aula dello IED a Milano. Mi spiace io sono sfigata. Ho fatto l'università a Forlì, in una ex-fabbrica del fascio, un casermone triste e grigio con una aula magna dalla pessima acustica e delle sale studio per puffi. Insomma sono una piccola fiammiferaia in quanto a biblioteche e sale studio, e questa mi ha tolto il fiato, ecco. Mi sono sentita ancora giovane quando l'omino del service desk che mi ha registrata mi ha chiesta se ero una studentessa...pensare che sono già passati 4 anni dalla specialistica! Ma in fondo sono pochi...

(inutile dire che ci sono il wi-fi gratis, un bellissimo bar interno, poltrone e divani sparsi dappertutto e una vista stupenda sul cortile, vero?)






Pedalando verso la biblio ho finalmente notato l'attraversamento pedonale di Miffy a cui finora non avevo fatto caso: le strisce sono colorate, e anche se nella foto non si vede, la sagoma del semaforo ha la forma della famosa coniglietta!


Altra notizia sconvolgente nella mia folle vita olandese: ik heb een fiets!!! Ho comprato una bici! Sì perché finora usavo quella di J., no? Ed era ora che me ne prendessi una. Non una qualsiasi però: una di quelle fantastiche e vintage (dicevamo, sugli italiani tutta apparenza?). Una di quelle che avete visto tutti durante la vostra visita ad Amsterdam, o meglio una di quelle che - sfrecciando a mille all'ora - vi hanno quasi investito mentre, da perfetti turisti, camminavate in mezzo ad una delle pittoresche stradine.
Ecco la mia bici è così. Non assassina, ma bellissima e perfetta. È alta e altera e mi fa stare con la schiena dritta mentre pedalo stendendo bene le gambe (in effetti sono troppo bassa per lei). È nera e lucida e ha un lucente campanello argentato. Ha un fantastico cavalletto centrale che si alza e si abbassa e puoi parcheggiarla ovunque, ovunque! Inutile dire che la amo già <3

La storia di come me la sono procacciata è buffa. Visto che nei negozi di bici non si trovava niente di mio gusto e a buon mercato, i miei colleghi dutch mi hanno consigliato di cercare su Marktplaats.nl - l'ebay olandese. Ovviamente (TE PAREVA) è tutto in dutch, o neerlandese come dice la mia grammatica, e non si capisce una cippa. Anche volendo fare un clever guess, come diceva il mio professore di inglese, per capire che bici è "fiets" ce ne vuole di culo. La mia poi è una "omafiets" che vuol dire "bici della nonna". Awwww, ma che carina che è!
Insomma, grazie al cielo c'è google translator, che mi sta salvando il deretano in varie situazioni ultimamente.
Poi con un po' di aiuto da parte di J, abbiamo selezionato quelle che mi piacevano di più e che si trovavano in zona (usate, ovviamente).
Inizio a chiamare e ce n'è per tutti i gusti: quello non risponde, quello l'ha venduta al tizio che ha chiamato prima di me, quell'altro non sa di cosa sto parlando, e infine c'è il tizio che NON PARLA INGLESE.
Dopo varie delusioni, la vedo. È lei. Deve essere mia!
Chiamo. Il tizio non parla inglese. Ma perchééé.
Determinata, chiedo ad uno dei miei colleghi di chiamare per me. È ancora disponibile! Appuntamento la sera stessa alle 18.30, a casa del tipo. Conoscendomi, prevengo il disastro, e chiedo al mio collega di precompilarmi un messaggino di scuse in cui dico che sono in ritardo di 15 minuti.

...ovviamente l'ho dovuto usare.

Cammino al buio per una strada lunga e deserta alla ricerca dell'appartamento del tizio. Sono sola. Inizio a pensare che non sia stata una buona idea, e poi come ci capiremo?!
Vabbé. Passo davanti a una delle mille finestre senza tende e vedo un tizio dai tratti mediorientali con un fez in testa, circondato da quadri luminosi della mecca. Dico vuoi vedere che è lui. E infatti.
Suono, sorrido, lui sa già che ci faccio lì. In silenzio camminiamo verso la bici e me la fa provare. A gesti trattiamo i vari dettagli: il sellino è troppo alto (e lui mi fa cenno che può ancora andare giù di un centimetro scarso), funziona la luce? (sì guarda, ecco), ce l'hai una catena? (te la vendo per 20 euri), nono va bene così...ok la prendo. Alla fine ci sorridiamo e mi sembra che lui si scusi per il fatto di non parlare inglese. Almeno, allarga le braccia e fa un sorriso timido. Io rispondo al sorriso e scuoto la mani come a dire "no figurati, colpa mia che non parlo dutch" e poi azzardo "Ik...studeer!".
Lui ride e ripete la frase compiaciuto. So che il significato non è proprio corretto ma mi ha capito. Mi saluta e mi sembra che mi dica di stare attenta, è buio e ha visto che sono troppo nana per quella bici da stangona.
Saluto il mio amico di un momento e vado a casa contenta.


giovedì 24 ottobre 2013

Ma gli olandesi, hanno le braccine corte?




Questa cosa fighissima è la mia banca.
No ma dico, in Italia cosa sono le banche? Dei posto orrendi dove bisogna fare la fila anche se non c'è nessuno in attesa, che sono aperte solo la mattina e rigorosamente in orario lavorativo, con impiegati che sono (quasi tutti) sgarbati e supponenti, e che non hanno nessun filo logico con l'online banking.

Qui le banche sono fighe. Poi con i tuoi soldi finanziano il traffico di armi, vabbé, però sono una delizia per gli occhi.

La MIA banca sta aperta tutti i giorni fino alle 19, il giovedì fino alle 20, e tutto il sabato fino alle 16. Nella MIA banca la prima cosa che fanno quando entri è offrirti una bottiglietta di acqua brandizzata fresca di frigorifero. Nella MIA banca lavorano solo giovani maschi di età (supposta) compresa tra i 23 e i 29 anni, tutti alti, belli e gentili. Ci sono i divani nei colori del brand, il parquet così lucido che ti ci vedi le caccole nel naso, il distributore di numerini fèscion digitale, e dei monitor fighissimi che ruotano in modo che tu e l'adone del tuo sportellaro possiate guardarlo insieme vicini vicini.

In mezz'ora sei fuori, pronto a strisciare la tua nuova carta.


Finalmente con il BSN in mano ho infatti dato inizio alla lista di attività che devo portare a termine per essere una brava olandesina adottiva. Aprire un conto, va da sè, è stata la prima cosa, visto che ci tengo a ricevere lo stipendio!

In tema di stipendio, vorrei approfittare per condividere un paio di impressioni sulla relazione che esiste tra gli olandesi e i soldi. Il luogo comune è che siano tirchi: ma è vero veramente?

In una parola: nì.
Non sono tirchi tirchi, ma fanno certe cose che ai nostri occhi di italiani melius-abundare-quam-deficere sembrano degne di Paperon de' Paperoni.

Esempio (e so che qui sconvolgerò i vostri epicurei animi italici): usano più volte la bustina del tè. Orrore! Esatto, proprio come zio Paperone faceva fare a Battista. In casa siamo invase da ciotolini e piccoli contenitori pieni di bustine usate, che languono in attesa del prossimo utilizzo.


Secondo indizio: i piatti si lavano in una bacinella con POCO sapone, e non si sciacquano. Così si risparmia acqua e detersivo, e basta dargli una asciugata prima di rimetterli a posto. Devo dire che l'avevo già visto fare ad un mio ex coinquilino tedesco 7 anni fa, e allora erano volate scintille, con me che dall'alto del mio igienismo italico pretendevo uno schiuma-party di sapone e sciacquatura a regola d'arte con acqua bollente. Si vede proprio che sono invecchiata, ormai sono diventata più tollerante. Paese che vai, usanza che trovi, e io mi sono adattata, anzi, ho iniziato a trovarlo pratico ed ecologico. Ogni volta però mi sorprendo che i piatti vengano puliti.

Altri indizi sono il fatto che in inglese l'espressione "go Dutch" indichi l'usanza di dividere il conto non in parti uguali, ma in base a quello che ciascuno ha consumato.
O il fatto che si mangino cibi semplici e poco elaborati, e che si presti generalmente poca attenzione alla propria alimentazione: in fila alla cassa (quando da vera comare sbircio la spesa degli altri) vedo un sacco di cibi pronti, würstel, stamppost (patate lesse schiacciate e verza), crocchette surgelate, insomma quel genere di porcherie che mangiano gli studenti in bolletta perché costano poco, sono saporite e saziano molto. Idem per i condimenti, che sono burro o intrugli pronti in confezioni da spremere tipo ketchup - insomma, qua per essere hipster non bisogna andare al mercato bio-kosher il sabato mattina all'alba, basta comprare l'olio di oliva all'iper.

(Nota: questa non è una lamentela. Adoro le salsicce affumicate dell'Hema, lo stamppot e le polpette dal contenuto misterioso!)

Anche il fatto di andare in bici dappertutto, persine quando si abbatte la versione europea dell'uragano Katrina, più che di coscienza ecologica mi sa di parsimonia.

Detto questo, gli olandesi non sono tirchi, sono semplicemente estremamente pratici, misurati e spartani. Per loro cucinare porzioni limitate non è, come lo potremmo vedere noi, un'affronto all'ospite e al culto della tavola (detto che qui non esiste una cosa del genere, il cibo è solo "carburante" per il corpo). È un modo per non sprecare risorse. Lo stesso vale per l'abitudine di fare la spesa giorno per giorno (come mi ha fatto notare Mrs. M, guardando il carrello si riesce sempre a indovinare cosa mangeranno a cena, se hanno ospiti, e in quanti saranno).

Sono spartani anche nell'aspetto, in particolare le donne, che "vittime" della cultura della bici non indossano praticamente mai tacchi o gonne.
Poche hanno lo smalto, poche si truccano, molte si vestono da mercatino, ma la maggior parte sono comunque delle stragnocche.

In breve, è vero che qui si vive di sostanza, in maniera spontanea, efficace ed efficiente. Gli olandesi non disdegnano le cose belle della vita, ma hanno una classifica diversa di quello che è importante. E di certo i nostri jeans firmati, la spesa dal macellaio-gioielliere, la macchina appariscente, sono in fondo alla loro lista. Siamo opposti: per noi è importante curare l'apparenza, acquistare quello che riteniamo faccia da complemento alla nostra identità (perché si, non mi venite a dire che sborsare centoni per la vespa vintage o per i porri coltivati secondo i principi del feng-shui è pratico, è solo un modo per rientrare nei canoni estetici e corpontamentali di un gruppo sociale ai nostri occhi desiderabile), per loro invece l'identità è esattamente il contrario dell'apparenza, ovvero il non apparire, il non ostentare.

Ammazza quanto sono filosofica oggi.

Spero che queste riflessioni non offendano nessuno dei due gruppi, sono puri vagheggiamenti di una che ha troppo tempo libero adesso che non deve più lavare i calzini del fidanzato, che è toscana senza avere l'accento, studia da sommelier pur bevendo solo birra, è terrona inside ma nordica fuori, e che è italianissima nel desiderare capi belli e costosi ma anche a suo agio e "liberata" nella società olandese. Forse il trucco è proprio questo, se si smette di pensare in termini di "noi" o "loro" e ci si lascia andare, tutto diventa normale e facile.
In fin dei conti un cappuccino non è ne' latte, ne' schiuma, ne' caffè.

Bona gente, vado a smaltire la botta di serietà.

lunedì 21 ottobre 2013

BSN!


Squillino le trombe...è arrivato!

Il mio BSN è finalmente qui!

Questo significa che ESISTO. BSN ergo sum.

Adesso posso aprire un conto corrente, farmi un piano telefonico olandese, farmi l'assicurazione sanitaria, avere un medico...

So che questo genere di post "burocratici" non è molto popolare, ma lo posto lo stesso per chi in futuro dovesse avere bisogno di informazioni a questo riguardo.

Cosa serve per chiedere il BSN:

- passaporto o carta d'identità
- certificato di nascita
- contratto di affitto o documento in cui il padrone di casa dichiara il vostro domicilio
- copia del documento di identità del padrone di casa

Il BSN va richiesto se avete intenzione di restare in Olanda per più di 4 mesi. Se starete meno di 4 mesi, dovrete chiedere un altro tipo di registrazione chiamata Sofinummer.

Come cittadini europei, potete candidarvi direttamente per il BSN. Se invece siete extracomunitari, dovrete prima ottenere un permesso di soggiorno.

Per trovare l'ufficio giusto al quale rivolgervi, cercate il sito web della vostra municipality (la città dove vivrete), oppure controllate questo link.

Vi conviene poi chiamare o scrivere per fissare un appuntamento - in questo modo eviterete attese.

Il giorno dell'appuntamento recatevi presso l'ufficio che vi è stato indicato con tutti i documenti già pronti e nel giro di 15 minuti sarete già fuori.

Il momento in cui richiedete il BSN è anche quello in cui l'orologio inizia a ticchettare, ovvero decorrono tutte le scadenze per mettersi in regola: ad esempio avete 4 mesi per associarvi ad una assicurazione sanitaria o richiedere il 30% ruling.

I tempi di attesa per il BSN variano da città a città: mentre Amsterdam è generalmente molto veloce (i  base alle testimonianze di alcuni conoscenti, il BSN vi viene rilasciato il giorno stesso dell'appuntamento!), ad Utrecht ho dovuto aspettare ben 15 giorni. Tenetelo presente quando pianificate il vostro trasferimento in Olanda: senza il BSN infatti non potete venire pagati, e molte aziende vi richiedono di essere in regola entro il 10 del mese per potervi includere nel loro sistema di pagamenti in tempo per il vostro primo stipendio.

IL BSN è banalmente un numero, un po' come il nostro codice fiscale. Abbastanza stranamente, vi verrà inviato per posta, stampato in una semplice lettera - niente tesserini o email. Non ho ben capito perché tanto spreco di carta in un paese così civile...ma in effetti per certi versi l'Olanda non è poi così rivoluzionaria come immaginavo...ad esempio non fanno la raccolta differenziata!
I rifiuti vengono messi fuori casa dopo le 9 di sera in un giorno prestabilito. Vergogna vergogna...

È tutto per oggi!

mercoledì 16 ottobre 2013

Sulla pioggia


Tutte le persone che ho conosciuto qui finora - colleghi, coinquiline, persino amici di amici - mi hanno chiesto come mai ho lasciato l'Italia (che immaginano come un paese incantato dove il sole splende sempre) per vivere in Olanda.
Sono tutti convinti che il tempo qui faccia schifo, e quando rispondo che non è poi così male sfoggiano un sorrisetto malizioso e dicono "aspetta e vedrai".

In effetti gli ultimi giorni sono stati piuttosto piovosi, ma il cielo tende sempre ad aprirsi la sera, e oggi non è venuta giù nemmeno una goccia di pioggia.

Ho quindi già sperimentato la cosa che più temevo: andare in bici con la pioggia. E devo dire che non è stato tremendo come mi aspettavo, ma nemmeno piacevole ovviamente :/

La parte peggiore - adesso sarò frivola - è che mi si arricciano i capelli. No, non è una battuta. Per me che lotto da anni a colpi di piastra e spazzola contro degli stupidi ricci mosci, è piuttosto frustrante vedermi sconfitta dal maltempo. Immaginate di spendere 30' del vostro tempo ad asciugare, pettinare e lisciare la vostra chioma con scrupolo chirurgico, e poi dopo 10 secondi che siete usciti di casa vedere le vostre ciocche setose e perfette trasformarsi in un ammasso impazzito di crespo che ricorda i dreadlocks di un rasta. Io sono inorridita.

La seconda cosa peggiore è che non puoi usare l'ombrello, perché poi fa da vela e il vento porta la bici (con te sopra) dove gli pare, oppure te lo piega fino a che non è utilizzabile. Quindi ti avvolgi la sciarpa intorno alla testa (gli olandesi in realtà manco quello) e il tutto dopo puzza di umido e pioggia e lana bagnata. Nel frattempo prendi il mal di gola perché la sciarpa è in testa e non attorno al collo.

Usare un ombrello mentre si va in bici non è una buona idea.

La terza cosa peggiore è che metti il sedere sul seggiolino ed è tutto bagnato, e il bagnato arriva alle mutande e ti senti come un bimbo che se l'è fatta addosso. Poi per ulteriore scherno ti siedi sulla sedia di un'amica e lasci l'impronta bagnata delle tue chiappe sul tessuto chiaro (true story). E no, non venitemi a dire che dovrei asciugare la sella, perché slegare la bici sotto l'acqua per me è un'operazione già troppo spiacevole e sconfortante e non ho voglia di dover anche aggiungere alla tortura il portarmi dietro un cencio o un coprisella bagnato che poi non so dove mettere.

La quarta cosa peggiore è che le mani si bagnano e slegando la bici si riempiono anche di terra e piccoli frammenti di foglie o altro che sono rimasti attaccati alla catena esposta alla pioggia. Ti va tutto sotto le unghie e sembri una barbona, e intanto perdi sensibilità alle mani che sono rosse e gonfie per il freddo e il vento. Forse dovrei comprarmi dei guanti impremeabili, oppure semplicemente chinare la testa al meteo e fare come gli olandesi, che ignorano la pioggia e fanno finta che non ci sia. L'unica concessione al nemico sono delle giacche tecniche impermeabili, ma mi rifiuto di aggiungere al fastidio fisico anche quello stilistico.

Il mio prossimo acquisto sarà una bella mantella vintage, così mi sentirò molto hipster e figa mentre soccombo al disagio temporale.

Chissà poi che non soccomba davvero. Sepolta bici e tutto dentro il canale, grazie a un bello smottamento. Alé. Foto fatta ieri sera al rientro dal lavoro.


Per oggi è tutto! Vi auguro una giornata senza pioggia :)
Linda

domenica 13 ottobre 2013

Un weekend a Utrecht

È passata una settimana dall'ultimo post, una settimana tranquilla senza grossi avvenimenti, per cui non ho sentito il bisogno di scrivere.

È arrivato così il mio secondo weekend a Utrecht, per cui pregustavo relax e riposo in casa, sul divano, con un the e un libro in mano, visto che si preannunciava la pioggia.

Con mia grande sorpresa, sabato mattina il cielo grigio era punteggiato di piccole aperture attraverso le quali faceva capolino l'azzurro. Pareva un peccato stare in casa, e inoltre mi è venuta voglia di esplorare questa città ancora poco familiare, così, senza neanche fare colazione, verso le 10.30 ho preso la bici e sono uscita.

La prima tappa è stata il caffè Sector 3, che a dispetto del nome orribile (che mi ricorda il titolo di un film di fantascienza), è un posto molto carino in centro, con grandi finestre che si affacciano sul canale principale di Utrecht. Preso posto sul comodo divano proprio sotto alle finestre, ho pronunciato la mia immortale prima frase olandese: Mag ik een latte macchiato en een croissant, alstublieft (che significa molto prosaicamente "vorrei un latte macchiato e un croissant per favore").

La vista dalle finestre del caffé Sector 3
Dopo aver letto qualche pagina del mio libro e aver spazzolato la colazione, mi sono avviata verso la seconda tappa: il Centraal Museum di Utrecht. Il museo in sè è molto bello, lussuoso, curato, e dal tipico contrasto olandese per cui palazzi antichi sono associati ad interni moderni e originali. La collezione però non è un granché, fatta eccezione per qualche pezzo De Stijl come la famosa sedia di Rietveld. Il resto sono mostre temporary e quadri dei caravaggisti di Utrecht che, come dice il nome, si ispiravano alle opere dell'artista italiano (e non c'è paragone, se mi consentite un po' di campanilismo). L'altro pezzo interessante, oltre alla sedia, è una barca antica di 1000 anni che si trova nel sotterraneo del museo e puzza terribilmente per via del conservante (lo stesso usato per i binari del treno, infatti il puzzo è lo stesso). È animata da una installazione di luci e suoni terribilmente inquietanti che mi hanno fatto scappare dalla sala.




Tutto sommato il museo non mi ha fatto impazzire, e se passate da Utrecht non me la sento quindi di consigliarvi di pagare gli 11€ del biglietto, ma magari se siete più colti di me in quanto ad arte lo troverete interessante.

La terza tappa è stata molto piacevole: incluso nel prezzo del biglietto c'era l'ingresso al Dick Bruna Huis, un museo dedicato alla coniglietta Nijntje (in Italia si chiama Miffy) e al suo creatore (Dick Bruna appunto, che è nato e vive a Utrecht). Dovete sapere che io ADORO Miffy, da piccola avevo un libriccino di stoffa con le sue avventure (o era un dado di stoffa? Non ricordo). E poi come si fa a non adorare quel faccione rotondo! Il museo era pieno di giochi, libri, costruzioni, e ovviamente bambini intenti a giocare. Gli olandesi stanno veramente avanti in fatto di attività per i più piccoli: c'erano tante cose stimolanti e il posto era accogliente anche per gli adulti. La chicca è stato un documentario su Bruna dove viene mostrato il processo di creazione di un disegno: pensate che per colorare utilizza dei cartoncini ritagliati a mano!





Dopo essere uscita dal museo si erano fatte le 15 e avevo fame, ma ho pensato che avrei prima fatto un giretto per cercare un poncho impermeabile. Camminando lungo l'Oudegracht sono passata per il mercato dei fiori che si tiene ogni sabato: non è grande in confronto a quello di Amsterdam, e d'inverno l'assortimento è limitato, ma è comunque spettacolare. La cosa buffa è che i venditori vociano per attirare i clienti proprio come da noi, ma mentre sono abituata a sentire urlare le lodi di pesce / scarpe / carne / verdure, mi fa strano associare i loro urli a una cosa delicata come i fiori!





Ho fatto un giro da Sissy Boy, un negozio carinissimo di oggetti per la casa, abbigliamento e cartoleria, nella cui vetrina avevo adocchiato uno stupendo poncho giallo da marinaio. Purtroppo il prezzo era meno stupendo: 97€... Così sono uscita (quasi) a mani vuote: pensando al freddo che verrà mi sono fatta attirare da una crema per le mani formato mignon (a casa ne avrò almeno 4...ma non sono riuscita a resistere).

Sono poi entrata da Hema, mitico grande magazzino olandese in cui si trova di tutto: dalle biciclette, ai trucchi, ai vestiti, e ovviamente le iconiche salsiccie dell'Hema: le salsicce affumicate più buone di Olanda. Comprato un pack di salsicce + stamppot (praticamente patate lesse schiacciate con verza o altre verdure) sono uscita soddisfatta.

Pasti salutari

Per finire sono passata dal supermercato per una rapida spesa e sono tornata a casa.

La sera avevo in piano una bella serata con la mia coinquilina J. Dopo una buona cena e un mojito fatto in casa, verso le 23 abbiamo pedalato sotto la pioggia fino a un locale sull'Oudegracht. Il posto era una specie di pub irlandese ingentilito pieno di gente che "si preparava" ad andare a ballare e beveva birra. Non c'erano tavoli se non due piccoli tavolini rotondi in mezzo al locale, per cui si stava in piedi a capannelli. Devo dire che gli olandesi sono molto socievoli: dopo neanche 10 minuti stavamo già chiacchierando con i ragazzi che dividevano il microtavolino con noi (ma forse erano solo attirati dal fatto che J. è uno schianto!). Da lì siamo andate in un altro locale dove abbiamo ballato fino alle 5 di mattina. È stato bello e sono fortunata ad avere trovato una coinquilina simpatica come Janne!

Oggi invece ero invitata a pranzo dal mio collega M. e sua moglie M. (non funziona bene questa cosa delle iniziali...però non vorrei usare nomi perché a qualcuno potrebbe dare noia. Diciamo allora che li chiamerò Mr. M e Mrs. M, eheheh).
Mr. e Mrs. M sono dei ragazzi fantastici che fin dal primo giorno mi hanno accolta con calore e aiutata ad ambientarmi. Sono diventati un punto di riferimento importante per me e devo davvero ringraziarli per il loro affetto! Oltre a questo, sono dei fantastici padroni di casa e per oggi avevano organizzato un pranzo tra amici.
Mrs. M è una stupenda cuoca e aveva preparato per noi dei deliziosi gnocchi fatti in casa...mmmmh... I loro amici sono a loro volta persone amichevoli e interessanti, con cui è stato davvero piacevole chiacchierare. Tra una moka, un limoncello e una chiacchiera siamo stati insieme fino alle 18, azzerando completamente la malinconia della domenica. È stata davvero una giornata piacevole. Mi sento fortunata e contenta.

Spero che la vostra domenica sia stata altrettanto rilassante!

Linda

domenica 6 ottobre 2013

Pedalando nei dintorni di Utrecht

Primo weekend a Utrecht. Ieri sono andata a fare un giro in bicicletta con la mia conquilina H., che mi ha portato appena fuori Utrecht con la promessa di farmi vedere "qualcosa di molto olandese". Il sole splendeva, la temperatura era perfetta, i prati verdissimi.

È stata una bellissima pedalata...











martedì 1 ottobre 2013

...e Netherlands fu!

È incredibile quante cose sono successe dall'ultima volta che ho postato.

In questi due giorni: mi sono trasferita ad Utrech, mi sono ambientata nella nuova casa, ho provato l'ebrezza dell'immigrante in fila davanti al comune, ho girato in bici come una vera olandese per una città nuova e (incredibile!) piena di sole, ho fatto amicizia con persone nuove, ho iniziato a lavorare in una nuova azienda, letto deciso e sottoscritto una quantità enorme di documenti.

Ma andiamo con ordine.

Domenica all'aeroporto c'erano la mia coinquilina H. e dei suoi amici ad aspettarmi. Abbiamo preso una birra, poi io e H. siamo salite in treno, e alla stazione c'era J., l'altra coinquilina, che grazie al cielo ha la macchina, e ci ha evitato di trascinarci dietro le mie valigie fino a casa. Aveva anche preparato una cena fusion italo-olandese, con kroketten, salsicce tipiche e pizza. Che coinquiline adorabili!

La casa, l'avrete intuito se mi seguite su instagram, è deliziosa: la mia camera è piccolina ma accogliente, e ci sono una grande sala da pranzo e un salotto arredati con gusto.
Ho scattato alcune foto, ma ho dei problemi con il pc, quindi non sono riuscita a scaricarle. Le posterò presto, appena riesco a fixare!

Lunedì mattina alle 9 avevo appuntamento alla Gemeente Huis per il BSN.
Avevo già tutti i documenti pronti (compresa la sudata dichiarazione di domicilio), e alle 8.48 ero già fuori ad aspettare. E siccome siamo in Olanda, le porte si sono aperte alle 9 in punto, e alle 9.15 ero già fuori. Altro che Italia... Un po' di lungaggini burocratiche le hanno anche qui, comunque, perché non avrò il benedetto BSN prima di due settimane.

Perciò, impossibilitata ad aprire un conto, comprare una SIM con abbonamento, o a sbrigare qualsiasi altra commissione, mi sono limitata a biciclettare alla scoperta della città e a fare una lenta colazione in un bellissimo caffé affacciato sui canali. Poi tra la spesa, disfare le valigie, scattare qualche foto della casa, e STUDIARE UN PO' DI OLANDESE, era già arrivata sera.

Oggi invece mi aspettava la prima vera prova...il primo giorno di lavoro!

Il giorno fatidico è iniziato con me che spengo la sveglia (impostata alle 6.30) e mi sveglio mezz'ora più tardi. I miei buoni propositi di lisciarmi i capelli con calma, fare colazione con calma, prepararmi il pranzo con calma ed uscire con calma sono ovviamente andati in fumo. Ma sono comunque riuscita a fare tutto, e alle 7.55 mi sono incontrata con il mio collega italiano (che vive vicino a me) per fare insieme la strada fino alla stazione, da dove parte la navetta aziendale.

Il primo grande shock culturale è stato parcheggiare la bici alla stazione. La foto sotto ritrae la mia bici (anzi, la bici di J., che me la sta gentilmente prestando) mentre viene caricata sul piano superiore (PIANO SUPERIORE) della rastrelliera.

(sì, stavo per tirarmela in testa)
Lo spettacolo della rastrelliera non si può paragonare a quello della stazione di Amsterdam, ma è comunque una vista notevole.

sono tutte bici!

Il bus era pieno di ragazzi giovani di tutte le nazionalità, c'era una atmosfera molto piacevole e internazionale. Fuori c'era il sole e lungo la strada il paesaggio era verde e ordinato, cosa si può volere di più?!

Una volta arrivati ho fatto conoscenza con altre new hires e abbiamo atteso che qualcuno di HR ci venisse a prendere nell'atrio, dove siamo state allietate da un video di Britney Spears.

Il buongiorno si vede dal mattino

La prima ora l'abbiamo trascorsa con HR, consegnando moduli (io ero l'unica a non averli ancora compilati :( ...), rivedendo velocemente le policy aziendali, e poi via verso il nostro team! Sono stata accolta con sorrisi e strette di mano, e poi il mio capo mi ha fatto una bella introduzione all'azienda, l'organigramma, il team, ecc ecc... Mi ha fornito una pianificazione bi-settimanale del mio training, con nomi, argomenti, orari...ero sbalordita da quanta cura ci aveva messo. Aveva addirittura preparato un organigramma del nostro team, quello di e-commerce, con le foto di tutti! Anche la mia! "Così sarà più facile memorizzare i nomi" ha detto. Adoro!

È così arrivata velocemente l'ora di pranzo (le 12.30). Insieme al mio team siamo andati a mensa, dove per 3 € ho comprato un panino con tartare di manzo, una mela e una bottiglietta d'acqua. Puoi anche portarti la roba da casa e consumarla lì, dove ci sono condimenti e microonde, oppure comprare il necessario per un panino, o un piatto caldo. Fantastico.

Ho notato che è vero quello che dicono: per gli olandesi il cibo è una fonte di nutrimento, non gli danno tanta importanza quanto noi. Due fette di pane col formaggio sono un pasto più che dignitoso, e il pranzo è consumato molto velocemente. Infatti alle 13 eravamo di nuovo tutti alla scrivania, non prima ovviamente di esserci riforniti alla macchinetta dell'ufficio, con caffé, the e cioccolato GRATIS per tutti!

Il pomeriggio è stato più pesante, perché siamo andati sul tecnico e abbiamo visto della reportistica, ma devo dire che è stato molto interessante e si vedeva tutta la passione che il mio capo mette nel suo lavoro. Passione e dedizione, che non sforano però nello stakanovismo o nell'esagerazione: alle 17 tutti a casa, e nessuno si fa problemi.

Purtroppo alla fine della giornata mi sentivo male, forse ho preso freddo o forse gira un virus, perché mi è venuta nausea, mal di testa, e mi bruciavano gli occhi. Sono corsa in una specie di supermercato/farmacia dove però non capivo una cippa di quello che stava scritto sulle scatole, e ho fatto l'errore di fidarmi di una commessa/farmacista, che mi ha rivogato delle costose fialette omeopatiche che non hanno avuto altro effetto se non quello di addolcirmi la bocca...

in fila alla cassa, ancora speranzosa

Per fortuna c'era J., che è infermiera, e ha sfoderato la versione olandese del mio amato tachifludec! Adesso ho ancora mal di testa, e non mi sento in gran forma, ma incrocio le dita perché non mi va di stare male.

Un po' di torta e un buon the (H. e J. ne consumano a ettolitri) mi stanno consolando.

Volevo studiare un po' di olandese anche stasera ma credo che andrò a letto...

Buonanotte!
Linda

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