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venerdì 27 giugno 2014

Le pari opportunità in Olanda


Si sente spesso dire in giro che la società olandese è molto paritaria. Si fa un gran parlare di come la donna olandese sia emancipata, tosta, sessualmente libera, e di come reputi naturale che le vengano riconosciuti gli stessi diritti di un uomo. È vero tutto questo?

In quanto donna che vive in Olanda, ovviamente l'argomento mi interessa molto. E vi posso confermare che sì, qui la donna è senza dubbio molto più emancipata che da noi. Ma attenzione, spoiler alert: l'uguaglianza non l'hanno raggiunta nemmeno qua.

Più che in termini di carriera o stipendio (che, come vedremo, non sono poi così paritari), l'emancipazione sta nel rapporto tra i sessi. Con qualche conseguenza indesiderata.

Ai miei occhi, ragazze e donne qui sono molto disinvolte e sicure di sè, cosa che di solito va di pari passo con la parità di opportunità. Le vedo che scorrazzano il proprio uomo sul portapacchi della bici, super toste in ufficio mentre discutono alla pari con il collega maschio, o scatenate con le amiche la sera mentre il marito si occupa dei pargoli.

La vanità è donna?

Pare anche che siano meno soggette alla pressione di doversi sentirsi attraenti. Per quanto abbia intuito che, in modo diverso dal mio, anche loro si sforzano di essere carine, visto dall'esterno il risultato è parecchio rilassato. Sarà anche perché la stragrande maggioranza di loro è naturalmente bella (alta, bionda, snella, con le gambe lunghe e il nasino piccolo), ma a differenza di noi italiane, che pure cesse non siamo, loro sembrano perfettamente a loro agio buttandosi addosso la prima cosa che capita. Non solo non sono schiave dell'apparenza, ma neanche degli standard di "femminilità" che le nostre nonne ci hanno insegnato. La maggior parte di loro ha grazia e movimenti più vicini a quelli di un calciatore che a quelli di una velina (non vogliatemene, eh, ma è così). Insomma, rispetto a noi italiane, le olandesi potrebbero essere percepite come molto emancipate e "mascoline".

Ho scritto "percepire" proprio perché da nessuna parte sta scritto che la donna è timida e dolce, e l'uomo sbrigativo e rude. Sono stereotipi che valgono quanto le figurine panini e che non hanno senso nemmeno come termine di paragone. Quindi, che una ragazza sia girly o tomboy, va bene tutto (tranne la sottomissione), e non considero le olandesi più o meno "femmine" delle italiane. È tutta questione di punti di vista.

Ma qui sta il problema. Mi sembra che tutta questa indipendenza, tutta questa presunta libertà, siano più tollerate - dai maschi - che condivise e sostenute.

L'uomo olandese non deve chiedere. MAI.

Esempio. Alcune amiche olandesi si lamentano di dover prendere l'iniziativa con gli uomini. Il che non sarebbe un problema, se non fosse che succede sistematicamente. Le donne olandesi, così emancipate, hanno innescato nel maschio olandese una vera e propria pigrizia nel relazionarsi con l'altro sesso. "Visto che tanto vengono loro, tanto vale evitare il rischio di una figura di merda e aspettare", deve aver pensato l'uomo locale. Ma ormai la tendenza è talmente radicata che diventa difficile incontrare eccezioni. E si sa, niente che è a senso unico è mai bello, e le mie amiche si dicono frustrate. Anche perché, per attrarre questo maschio inerte e per affermare il loro diritto a farlo, avere rapporti sessuali al primo incontro è molto comune. E qui evidentemente avevano ragione le nostre nonne, perché le mie amiche si ritrovano il giorno successivo ad aspettare una chiamata che non arriva mai, o a inviare messaggi che restituiscono risposte tiepide (o devastanti silenzi).

Per quanto mi riguarda, essendo in coppia da anni con un maschio italico, non posso testimoniare sulle doti seduttive degli olandesi. Ma vi posso dire che, se in Italia camminare da sola per strada attira molto spesso commenti o sguardi calienti, qui in 9 mesi mi è capitato solo una volta di ricevere apprezzamenti. Da dei turisti italiani.

Per riassumere, a cosa serve l'emancipazione se diventa solo una scusa per far fare tutto alle donne? È come se quando abbiamo rivendicato il nostro diritto al lavoro, gli uomini avessero incrociato le braccia e detto "adesso fate tutto voi".

Il matrimonio è da checche

Altra cosa che ho notato è che, sebbene le farfalle nello stomaco siano le stesse, gli olandesi si trovano a fare i conti con una società che ha bandito il romanticismo come se fosse una fastidiosa appendice del "gentil sesso", una debolezza che non è tollerata nel maschio perché fa gay e non è ammessa nella donna perché la fa apparire debole. Non so cosa ne pensino gli uomini, ma questo conflitto pesa molto alle donzelle: più di una collega o amica mi ha confidato un po' mesta di volersi sposare, ma che il compagno non ne vuole sapere. Una italiana probabilmente straccerebbe i maroni fino ad ottenere l'originalissimo solitario incastonato in oro bianco, aiutata e spalleggiata da nonni e genitori che chiedono "allora, quando fate il grande passo?". Loro invece no, perché parità = consenso, e non stracciamento di maroni. Ma dentro sognano l'abito bianco. Magari sbaglio, ma i tanti commenti che ho avuto modo di ascoltare mi suggeriscono questo.

Butto lì qualche numero a supporto delle mie teorie. Il numero di matrimoni nei Paesi Bassi è in costante calo dal 1999: dal 2001 al 2011 c'è stato addirittura un picco del -10%. Nello stesso periodo, il numero dei partner registrati (legame meno impegnativo) è invece aumentato significativamente: dai 2.000 del 2001 ai quasi 10.000 del 2010. Nove coppie su dieci scelgono di convivere prima del matrimonio, e i due terzi delle coppie conviventi dice di avere in programma di sposarsi ma continua a rimandare il grande passo 1

I figli del peccato

Ovviamente, con così tante coppie conviventi, è normale che molti bambini nascano "nel peccato". Nove su dieci dei bambini nati del 2010 erano figli di coppie non sposate. A partire dal secondo figlio, però, pare che il numero di madri non sposate diminuisca 2In Italia, vuoi per il Vaticano, vuoi perché se ti sposi ti regalano la busta o il servizio di pentole,  sposarsi - anche se il trend è in calo - è più diffuso, e di conseguenza sono meno i bimbi nati al di fuori del matrimonio: solo il 15% 3.

Lavorare con cautela

Per quanto riguarda il lavoro, secondo una ricerca del dipartimento di General Social Science dell'Università di Utrecht, "al giorno d'oggi gli uomini sono ancora i principali responsabili del sostentamento familiare, e, anche se la partecipazione delle donne al mercato lavorativo sta aumentando, raramente hanno più di un lavoro part-time quando hanno dei figli" 4.

Tutto ciò, clamorosamente, contrasta con l'immagine emancipata della donna olandese. Ed è vero: sebbene il 68% delle donne olandesi lavori per almeno 1 ora alla settimana, il 75% di loro lavora per meno di 35 ore - sono il doppio di lavoratrici part time rispetto alla media UE! 5 Nel 2012, solo il 17% degli uomini olandesi lavorava part-time 6. Con un gap così notevole di ore lavorative tra uomo e donna, non sorprende che la carriera femminile sia meno entusiasmante, così come lo stipendio. In media, la differenza di salario tra uomo e donna in Olanda è del 17% (la media OCSE è del 16%), ed è grandemente influenzata dalla differenza di ore lavorate. Per lo stesso motivo, ci sono poche donne in ruoli di management: solo il 28% dei lavoratori in posizione di supervisione è donna, e la percentuale cala al 5% quando si entra nelle board di compagnie quotate in borsa 7. In parole povere: paese che vai, glass ceiling che trovi. Per darvi un termine di paragone, e chiarire che comunque la situazione in Olanda è un fiore rispetto a quella nostrana, in Italia solo il 48% delle donne sono attive nel mondo del lavoro. Siamo terz'ultimi rispetto agli altri paesi della OCSE, davanti solo a Turchia e Messico (!!!). Mi astengo dal commentare. Il 33% di loro lavora part-time 8. In Italia il gap salariale tra uomo e donna è del 9%, ma questo dato è molto influenzato dal fatto che molte meno donne lavorano rispetto agli uomini 9. E qui mi fermo sennò urlo.

Chi porta i pantaloni

Forse la casa potrebbe essere il luogo in cui l'eguaglianza olandese si rivela maggiormente. Eppure, sorpresa, anche qui una delusione: sempre secondo la OECD, le donne olandesi passano in media 2 ore in più degli uomini, ogni settimana, ad occuparsi della casa. C'è da dire che in Italia il disastro è totale, come c'era da aspettarsi: le donne puliscono e rassettano per ben 3,6 ore in più degli uomini ogni settimana. E a giudicare dalle ore che passiamo a pulire in casa mia, direi che secondo i miei standard la donna italiana si sobbarca il 100% dei lavori di casa.

Tirando le somme, in Olanda si potrebbe migliorare, ma se la compariamo all'Italia, le cose sono due: o noi siamo dei trogloditi, oppure l'Olanda è un modello splendente di parità tra i sessi. A voi la scelta.


  1. http://www.marriagedebate.com/pdf/iMAPP.May2011-rev.pdf
  2. https://www.york.ac.uk/inst/spru/research/nordic/nethdemo.PDF
  3. http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/politica/coppie-di-fatto3/matrimoni-istat/matrimoni-istat.html
  4. https://www.york.ac.uk/inst/spru/research/nordic/nethdemo.PDF
  5. http://goo.gl/IdyVwQ
  6. http://www.dutchdailynews.com/growing-number-of-men-working-part-time-in-the-netherlands/
  7. http://www.oecd.org/netherlands/Closing%20the%20Gender%20Gap%20-%20Netherlands%20FINAL.pdf
  8. http://www.oecdbetterlifeindex.org/countries/italy/
  9. http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/quest_ecofin_2/qef172/QEF_172.pdf

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