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mercoledì 30 ottobre 2013

Vita sparsa


Da dove comincio...non che abbia chissà quali avventure emozionanti da raccontarvi, però mi piace tenervi aggiornati sulle cavolate che mi succedono e sulle cose strane o buffe che scopro qui in Olanda.

Allora, direi che la prima cosa da dire è che è arrivato ufficialmente l'autunno. Nel senso, freddo e pioggia qui ci sono già da un po', ma adesso siamo in quel momento magico in cui cadono le foglie...impossibile non notarle, nonostante gli spazzini che passano tutti i giorni ci sono mucchi altissimi dappertutto!



Ieri abbiamo anche subito, probabilmente lo avrete sentito, una tempesta piuttosto forte. A differenza delle sorelle born in the USA, la nostra tempesta non ha un nome di donna (troppo sdolcinato), ma è stata infelicemente battezzata "San Giuda", dal nome del Santo patrono delle cause perse... È stato stimato che le piogge torrenziali abbiamo fatto cadere tra i 20 e i 40 millimetri di acqua piovana in appena 6-9 ore e che i venti abbiano toccato quota 159 km/h.  

Ad Amsterdam sono morte due persone, colpite da un albero abbattuto dal vento. Mi sembra una cosa di una tragicità e di una sfiga assoluti. Sempre ad Amsterdam, sono stati bloccati tutti i treni in partenza e in arrivo alla stazione centrale, mentre a Schiphol sono stati cancellati una cinquantina di voli.

Quanto a me, a parte una pedalata piuttosto faticosa la mattina, ho passato la giornata chiusa in ufficio e non mi sono accorta di nulla. La sera ad Utrecht il vento era già molto calato. Il forte vento ha spazzato via le nuvole e oggi il tempo era sereno.

Photo credits Tamara Bok
Per tornare ad argomenti più leggeri, vi racconto il mio weekend. Sono uscita, c'era bel tempo, ho fatto un giro in centro con J., ho partecipato alla festa di compleanno di Mr. M, sono andata a sentire J. suonare il piano. Insomma, un bellissimo weekend.


Domenica pomeriggio, colta da una insolita ispirazione, ho deciso di andare a studiare la mia fantastica e nuovissima GRAMMATICA NEERLANDESE nella biblioteca centrale dell'università di Utrecht. È un posto fantastico. Non c'è altro modo di descriverlo.
Immagino già le proteste di chi ha avuto la fortuna di studiare in qualche palazzo rinascimentale a Firenze, o in qualche moderna e superfiga aula dello IED a Milano. Mi spiace io sono sfigata. Ho fatto l'università a Forlì, in una ex-fabbrica del fascio, un casermone triste e grigio con una aula magna dalla pessima acustica e delle sale studio per puffi. Insomma sono una piccola fiammiferaia in quanto a biblioteche e sale studio, e questa mi ha tolto il fiato, ecco. Mi sono sentita ancora giovane quando l'omino del service desk che mi ha registrata mi ha chiesta se ero una studentessa...pensare che sono già passati 4 anni dalla specialistica! Ma in fondo sono pochi...

(inutile dire che ci sono il wi-fi gratis, un bellissimo bar interno, poltrone e divani sparsi dappertutto e una vista stupenda sul cortile, vero?)






Pedalando verso la biblio ho finalmente notato l'attraversamento pedonale di Miffy a cui finora non avevo fatto caso: le strisce sono colorate, e anche se nella foto non si vede, la sagoma del semaforo ha la forma della famosa coniglietta!


Altra notizia sconvolgente nella mia folle vita olandese: ik heb een fiets!!! Ho comprato una bici! Sì perché finora usavo quella di J., no? Ed era ora che me ne prendessi una. Non una qualsiasi però: una di quelle fantastiche e vintage (dicevamo, sugli italiani tutta apparenza?). Una di quelle che avete visto tutti durante la vostra visita ad Amsterdam, o meglio una di quelle che - sfrecciando a mille all'ora - vi hanno quasi investito mentre, da perfetti turisti, camminavate in mezzo ad una delle pittoresche stradine.
Ecco la mia bici è così. Non assassina, ma bellissima e perfetta. È alta e altera e mi fa stare con la schiena dritta mentre pedalo stendendo bene le gambe (in effetti sono troppo bassa per lei). È nera e lucida e ha un lucente campanello argentato. Ha un fantastico cavalletto centrale che si alza e si abbassa e puoi parcheggiarla ovunque, ovunque! Inutile dire che la amo già <3

La storia di come me la sono procacciata è buffa. Visto che nei negozi di bici non si trovava niente di mio gusto e a buon mercato, i miei colleghi dutch mi hanno consigliato di cercare su Marktplaats.nl - l'ebay olandese. Ovviamente (TE PAREVA) è tutto in dutch, o neerlandese come dice la mia grammatica, e non si capisce una cippa. Anche volendo fare un clever guess, come diceva il mio professore di inglese, per capire che bici è "fiets" ce ne vuole di culo. La mia poi è una "omafiets" che vuol dire "bici della nonna". Awwww, ma che carina che è!
Insomma, grazie al cielo c'è google translator, che mi sta salvando il deretano in varie situazioni ultimamente.
Poi con un po' di aiuto da parte di J, abbiamo selezionato quelle che mi piacevano di più e che si trovavano in zona (usate, ovviamente).
Inizio a chiamare e ce n'è per tutti i gusti: quello non risponde, quello l'ha venduta al tizio che ha chiamato prima di me, quell'altro non sa di cosa sto parlando, e infine c'è il tizio che NON PARLA INGLESE.
Dopo varie delusioni, la vedo. È lei. Deve essere mia!
Chiamo. Il tizio non parla inglese. Ma perchééé.
Determinata, chiedo ad uno dei miei colleghi di chiamare per me. È ancora disponibile! Appuntamento la sera stessa alle 18.30, a casa del tipo. Conoscendomi, prevengo il disastro, e chiedo al mio collega di precompilarmi un messaggino di scuse in cui dico che sono in ritardo di 15 minuti.

...ovviamente l'ho dovuto usare.

Cammino al buio per una strada lunga e deserta alla ricerca dell'appartamento del tizio. Sono sola. Inizio a pensare che non sia stata una buona idea, e poi come ci capiremo?!
Vabbé. Passo davanti a una delle mille finestre senza tende e vedo un tizio dai tratti mediorientali con un fez in testa, circondato da quadri luminosi della mecca. Dico vuoi vedere che è lui. E infatti.
Suono, sorrido, lui sa già che ci faccio lì. In silenzio camminiamo verso la bici e me la fa provare. A gesti trattiamo i vari dettagli: il sellino è troppo alto (e lui mi fa cenno che può ancora andare giù di un centimetro scarso), funziona la luce? (sì guarda, ecco), ce l'hai una catena? (te la vendo per 20 euri), nono va bene così...ok la prendo. Alla fine ci sorridiamo e mi sembra che lui si scusi per il fatto di non parlare inglese. Almeno, allarga le braccia e fa un sorriso timido. Io rispondo al sorriso e scuoto la mani come a dire "no figurati, colpa mia che non parlo dutch" e poi azzardo "Ik...studeer!".
Lui ride e ripete la frase compiaciuto. So che il significato non è proprio corretto ma mi ha capito. Mi saluta e mi sembra che mi dica di stare attenta, è buio e ha visto che sono troppo nana per quella bici da stangona.
Saluto il mio amico di un momento e vado a casa contenta.


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