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giovedì 24 ottobre 2013

Ma gli olandesi, hanno le braccine corte?




Questa cosa fighissima è la mia banca.
No ma dico, in Italia cosa sono le banche? Dei posto orrendi dove bisogna fare la fila anche se non c'è nessuno in attesa, che sono aperte solo la mattina e rigorosamente in orario lavorativo, con impiegati che sono (quasi tutti) sgarbati e supponenti, e che non hanno nessun filo logico con l'online banking.

Qui le banche sono fighe. Poi con i tuoi soldi finanziano il traffico di armi, vabbé, però sono una delizia per gli occhi.

La MIA banca sta aperta tutti i giorni fino alle 19, il giovedì fino alle 20, e tutto il sabato fino alle 16. Nella MIA banca la prima cosa che fanno quando entri è offrirti una bottiglietta di acqua brandizzata fresca di frigorifero. Nella MIA banca lavorano solo giovani maschi di età (supposta) compresa tra i 23 e i 29 anni, tutti alti, belli e gentili. Ci sono i divani nei colori del brand, il parquet così lucido che ti ci vedi le caccole nel naso, il distributore di numerini fèscion digitale, e dei monitor fighissimi che ruotano in modo che tu e l'adone del tuo sportellaro possiate guardarlo insieme vicini vicini.

In mezz'ora sei fuori, pronto a strisciare la tua nuova carta.


Finalmente con il BSN in mano ho infatti dato inizio alla lista di attività che devo portare a termine per essere una brava olandesina adottiva. Aprire un conto, va da sè, è stata la prima cosa, visto che ci tengo a ricevere lo stipendio!

In tema di stipendio, vorrei approfittare per condividere un paio di impressioni sulla relazione che esiste tra gli olandesi e i soldi. Il luogo comune è che siano tirchi: ma è vero veramente?

In una parola: nì.
Non sono tirchi tirchi, ma fanno certe cose che ai nostri occhi di italiani melius-abundare-quam-deficere sembrano degne di Paperon de' Paperoni.

Esempio (e so che qui sconvolgerò i vostri epicurei animi italici): usano più volte la bustina del tè. Orrore! Esatto, proprio come zio Paperone faceva fare a Battista. In casa siamo invase da ciotolini e piccoli contenitori pieni di bustine usate, che languono in attesa del prossimo utilizzo.


Secondo indizio: i piatti si lavano in una bacinella con POCO sapone, e non si sciacquano. Così si risparmia acqua e detersivo, e basta dargli una asciugata prima di rimetterli a posto. Devo dire che l'avevo già visto fare ad un mio ex coinquilino tedesco 7 anni fa, e allora erano volate scintille, con me che dall'alto del mio igienismo italico pretendevo uno schiuma-party di sapone e sciacquatura a regola d'arte con acqua bollente. Si vede proprio che sono invecchiata, ormai sono diventata più tollerante. Paese che vai, usanza che trovi, e io mi sono adattata, anzi, ho iniziato a trovarlo pratico ed ecologico. Ogni volta però mi sorprendo che i piatti vengano puliti.

Altri indizi sono il fatto che in inglese l'espressione "go Dutch" indichi l'usanza di dividere il conto non in parti uguali, ma in base a quello che ciascuno ha consumato.
O il fatto che si mangino cibi semplici e poco elaborati, e che si presti generalmente poca attenzione alla propria alimentazione: in fila alla cassa (quando da vera comare sbircio la spesa degli altri) vedo un sacco di cibi pronti, würstel, stamppost (patate lesse schiacciate e verza), crocchette surgelate, insomma quel genere di porcherie che mangiano gli studenti in bolletta perché costano poco, sono saporite e saziano molto. Idem per i condimenti, che sono burro o intrugli pronti in confezioni da spremere tipo ketchup - insomma, qua per essere hipster non bisogna andare al mercato bio-kosher il sabato mattina all'alba, basta comprare l'olio di oliva all'iper.

(Nota: questa non è una lamentela. Adoro le salsicce affumicate dell'Hema, lo stamppot e le polpette dal contenuto misterioso!)

Anche il fatto di andare in bici dappertutto, persine quando si abbatte la versione europea dell'uragano Katrina, più che di coscienza ecologica mi sa di parsimonia.

Detto questo, gli olandesi non sono tirchi, sono semplicemente estremamente pratici, misurati e spartani. Per loro cucinare porzioni limitate non è, come lo potremmo vedere noi, un'affronto all'ospite e al culto della tavola (detto che qui non esiste una cosa del genere, il cibo è solo "carburante" per il corpo). È un modo per non sprecare risorse. Lo stesso vale per l'abitudine di fare la spesa giorno per giorno (come mi ha fatto notare Mrs. M, guardando il carrello si riesce sempre a indovinare cosa mangeranno a cena, se hanno ospiti, e in quanti saranno).

Sono spartani anche nell'aspetto, in particolare le donne, che "vittime" della cultura della bici non indossano praticamente mai tacchi o gonne.
Poche hanno lo smalto, poche si truccano, molte si vestono da mercatino, ma la maggior parte sono comunque delle stragnocche.

In breve, è vero che qui si vive di sostanza, in maniera spontanea, efficace ed efficiente. Gli olandesi non disdegnano le cose belle della vita, ma hanno una classifica diversa di quello che è importante. E di certo i nostri jeans firmati, la spesa dal macellaio-gioielliere, la macchina appariscente, sono in fondo alla loro lista. Siamo opposti: per noi è importante curare l'apparenza, acquistare quello che riteniamo faccia da complemento alla nostra identità (perché si, non mi venite a dire che sborsare centoni per la vespa vintage o per i porri coltivati secondo i principi del feng-shui è pratico, è solo un modo per rientrare nei canoni estetici e corpontamentali di un gruppo sociale ai nostri occhi desiderabile), per loro invece l'identità è esattamente il contrario dell'apparenza, ovvero il non apparire, il non ostentare.

Ammazza quanto sono filosofica oggi.

Spero che queste riflessioni non offendano nessuno dei due gruppi, sono puri vagheggiamenti di una che ha troppo tempo libero adesso che non deve più lavare i calzini del fidanzato, che è toscana senza avere l'accento, studia da sommelier pur bevendo solo birra, è terrona inside ma nordica fuori, e che è italianissima nel desiderare capi belli e costosi ma anche a suo agio e "liberata" nella società olandese. Forse il trucco è proprio questo, se si smette di pensare in termini di "noi" o "loro" e ci si lascia andare, tutto diventa normale e facile.
In fin dei conti un cappuccino non è ne' latte, ne' schiuma, ne' caffè.

Bona gente, vado a smaltire la botta di serietà.

9 commenti:

  1. in pratica metterai un sacco di soldi da parte contaminata dalla loro praticità :-)

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    1. Ma speriamo! Per me che ho le mani bucate sarebbe una benedizione...

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  2. --aggiungo che quella banca dove sei andata, anche in italia è così..acqua di cortesia a parte :-)

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    1. Cavoli e io che andavo in una brutta vecchia sporca filiale...non sapevo neanche che le banche potessero essere carine :/

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  3. Mi preoccupa la parte del sommelier di vino bevendo birra?!

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  4. Sul discorso dei calzini potrei anche sentirmi offeso...

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  5. oh che tu c'hai le mani buhate??? ciao bella linda, sei una forza!!!!

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  6. Quanta nostalgia leggendo questo post! Ho vissuto per 6 mesi in Olanda per un tirocinio ed ora sono in Francia: differenza abissale, due culture completamente diverse... Sto veramente rimpiangendo la gentilezza degli olandesi, la loro semplicità e le fette di pane stracolme di Hagelslag.

    Speriamo di poterci tornare presto :)

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