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lunedì 14 aprile 2014

NBA e Olanda

Lo sapevate che gli Stati Uniti e l'Olanda sono profondamente legati? Che New York in origine si chiamava New Amsterdam? E che la squadra di basket dei New York Knicks deve il suo nome ai primi, eleganti coloni olandesi?

Io sapevo di New Amsterdam, ma non immaginavo che l'influenza olandese negli USA fosse così profonda e toccasse aspetti apparentemente così ammerigani come la NBA. A questo proposito vi riporto un articolo molto completo e pieno di curiosità di Daniele FANTINI ,pubblicato su Eurosport, e segnalatomi ovviamente da G (io come potete intuire non sono una assidua lettrice di Eurosport).


1614. Sono passati novant’anni dalla prima esplorazione documentata di Giovanni da Verrazzano della zona ora conosciuta come New York, quando un piccolo gruppo di coloni olandesi si stabilisce sulla punta meridionale dell’isola di Manhattan fondando un piccolo centro commerciale per la vendita di pellicce. La leggenda vuole che comprino l’isola per la classica manciata di vetri colorati (oppure 60 fiorini dell’epoca, fate voi…) dalla tribù autoctona deiLenape diventando così padroni di una distesa di prati, paludi, acquitrini, fiumiciattoli e ghiaccio, tanto ghiaccio nei mesi invernali da rendere complessa - se non impossibile - la navigazione: l’insediamento viene battezzato Nuova Amsterdam, ma presto rinominato New York in onore del Duca di York e Albany quando, cinquant’anni dopo, la città si arrende senza combattere agli inglesi. I diritti sulla zona vengono ceduti alla corona britannica in cambio dell’isola di Run, in Indonesia, al tempo una colonia molto più profittevole. Appunto, al tempo.
La città si sviluppa così come Nuova York, ma nonostante le varie vicissitudini diplomatiche che la portano a essere controllata dalla corona britannica fino alla Rivoluzione americana, la vecchia aristocrazia olandese continua a svolgere un ruolo fondamentale all’interno della società. Nel 1809,Washington Irving, illustre scrittore e saggista dell’epoca, pubblica un romanzo satirico, History of New York, in cui descrive in maniera salace le peculiarità dei patrizi olandesi: il personaggio principale è Diedrich Knickerbocker, nome preso in prestito da Herman Knickerbocker, un suo caro amico, ultimo discendente del clan dei Knickerbocker.
Giunta in America da Zaltbommel sul finire del 1600 sotto la guida del capostipite Harmen Jansen, la famiglia Knickerbocker aveva poi ricevuto cinquanta acri di terra a Schaghticoke Creek, dove aveva fondato una magione divenuta poi famosa per il lusso, l’ospitalità e le buone maniere. History of New York segna uno spartiacque fondamentale per la storia sociale della città: da quel momento in poi,Knickerbocker diviene sinonimo del vecchio aristocratico olandese e dei suoi modi raffinati di fare e di vestire. In particolare, Knickerbocker (o knickers – nella versione più colloquiale) viene utilizzato per descrivere i classici pantaloni nobiliari dell’epoca, corti sotto il ginocchio e molto larghi e cascanti in vita: per rendere l’idea, in italiano li chiamiamo pantaloni alla zuava.
Tra New York e la parola Knickerbocker si forma una simbiosi totale, tanto che, nel 1842, quando Alexander Cartwright fonda a Manhattan la prima squadra organizzata di base ball, il precursore dell’odierno baseball, decide di chiamarla New York Knickerbockers. Debuttano il 19 giugno 1846 a New Jersey, perdendo 23-1. Ma, esattamente cento anni dopo, lo stesso nome verrà ripreso da un’altra franchigia che, questa volta, farà la storia di un altro sport. Quello della palla a spicchi.
Il padre è Ned Irish, un giornalista temerario e iperattivo che porta il grande basket collegiale a livelli di esposizione, interesse e apprezzamento mai visti prima: nel 1934 viene nominato direttore degli eventi sportivi di pallacanestro della prima versione del Madison Square Garden, palazzo che riuscirà costantemente a riempire per una dozzina d’anni organizzando una lunga serie di sfide tra le Università. Irish, però, si rende presto conto che il pubblico di New York – e degli States, in generale – è pronto per una pallacanestro di livello superiore, una pallacanestro di professionisti, e nel 1946 riceve dalla BAA (la Basketball Association of America) la licenza per fondare una squadra nella Grande Mela.
Al momento della scelta del nome, il primo staff dirigenziale si riunisce in una stanza: ognuno, a turno, inserisce un bigliettino di carta in un cappello. Si procede all’estrazione, e ne esce Knickerbocker,presto accorciato in Knicks. Il primo logo della squadra, da subito arancio e blu, i colori che la contraddistinguono ancora oggi, è il Father Knickerbocker, un disegno stilizzato di un antico colono olandese con cappello a tricorno, parrucca, ghette, mantello e, ovviamente, gli immancabili pantaloni alla zuava. Ah, e con una palla da basket in mano, of course.
Il 1° novembre 1946 i New York Knicks giocano la loro prima partita (nonché la prima della neonata BAA, l’antenata della NBA): vincono 68-66 al Maple Leaf Gardens di Toronto, contro gli Huskies, franchigia che non avrà la loro stessa fortuna nel futuro.
(Articolo originale qui)

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