Ho pensato che questo è un blog sull'Olanda, ma che finora di stereotipi come mulini, zoccoli di legno o tulipani se ne sono visti pochi.
Ho deciso di rimediare. Quindi preparatevi ad una badilata di mulini in questo post.
Antefatto: la settimana scorsa i miei genitori sono venuti a trovarmi, al culmine di un road trip partito da Firenze, che ha toccato l'alta Provenza e la città di Bruges in Belgio. Erano carichi come molle e determinati ad esplorare ogni remoto angolo dell'Olanda (non che sia difficile considerando le dimensioni) - insomma mi hanno fatto girare come una trottola e prosciugato di tutte le energie.
La prima tappa di quei giorni, di cui parleremo in questo post, è stata Kinderdijk, un paesino a circa 15 km da Rotterdam. Nel 13° secolo questa zona era paludosa e impraticabile, per cui gli olandesi, da sempre determinati a reclamare più terrà possibile alle acque, vi costruirono una serie di vasti canali detti weteringen, allo scopo di controllare il livello dell'acqua. Visto che questo non bastava a tenere il suolo all'asciutto, attorno al 1740, come ulteriore precauzione, decisero di costruire 19 mulini che aiutassero a controllare il livello d'acqua nei canali, pompando l'acqua in un bacino.
I 19 mulini, così assiepati, formano un panorama tipicamente olandese (almeno per le nostre menti di non-olandesi) e sicuramente non assomigliano a niente che io abbia visto prima. Al momento i mulini sono stati dismessi, soppiantati da due enormi pompe a motore, e se ne stanno immobili nel panorama piatto e spoglio. Non sarà niente di eccitante, ma vale la pena di noleggiare una bici e pedalare per gli stretti sentieri tra i canali, affollati di papere, svassi e altri uccelli di cui non ricordo il nome che mio Babbo continuava a indicarmi e fotografare.
Dal 1997 i Mulini di Kinderdijk sono Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Eccovi un po' di foto. Disclaimer: sono 19 mulini, aspettatevi precisamente questo. E molte papere.
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