Novembre sta quasi per finire, le giornate si sono fatte limpide e fredde, e la pioggia – anche qui in Olanda! – è ormai diventata rara. Sta arrivando l’inverno! E questo periodo di transizione in cui l’aria si fa pungente è probabilmente il mio preferito di tutto l’anno (...ma lo dico di ogni stagione).
Come ogni anno, indovino dai commenti esasperati su Facebook che in Italia sia ripartito – come sempre di buon’ora – il carosello natalizio che prevede (non necessariamente nell’ordine): pubblicità del pandoro Bauli come se non ci fosse un domani, confezioni regalo pacchiane con l’intramontabile combo zampone-lenticchie-parmigiano e contorno di lanugine dorata, alberi di plastica nelle vetrine dei negozi, illuminazioni intermittenti di dubbio gusto per le strade, e così via.
Non mentirò dicendo che qui no, qui il Natale non è una cosa commerciale. Lo è, ed è pure meno suggestivo, perché le decorazioni scarseggiano e le luci per le strade sono brutte, poche, senza senso (ghirigori a caso, numeri???). Ma attenzione, non c’entra la tanto discussa tirchieria: per gli olandesi in questo periodo l’attenzione non è rivolta al 25 Dicembre.
Questo succede in parte per questioni religiose: solo il 50% della popolazione si professa credente, e di questi molti sono protestanti (concentrati soprattutto al nord, mentre al sud prevale il cattolicesimo).
Ma la ragione principale per cui del Natale, qui, gliene frega il giusto, è che un elemento fondamentale di questa festa qua non esiste....
...preparatevi...
...Ebbene sì! IN OLANDA NON ESISTE BABBO NATALE!
Potete ben capire come, senza le confezioni custom della Coca Cola e la prospettiva di trovare i regali sotto l’albero, l’intera storia del Natale perda di attrattiva (abbiamo detto che si tratta di una festa commerciale, giusto? Giusto.). Ma gli olandesi sono persone a cui piace festeggiare, perciò ovviamente anche qui hanno una tradizione da celebrare.
La tradizione Olandese è quella di Sinterklaas, il nostro San Nicola. Le similitudini in realtà sono molte, ma ad essere divertenti sono appunto le differenze.
Tanto per cominciare, il signore in questione assomiglia molto a Babbo Natale, con la sua barba bianca e i vestiti rossi, solo che si tratta di...un vescovo. È buffo constatare la contraddizione per cui noi che abbiamo tutta la baracca del Vaticano andiamo matti per uno yankee vestito da una multinazionale, mentre i relativamente atei olandesi hanno un vescovo cattolico. Ma ormai nel Natale la religione c’entra poco, quindi possiamo anche fregarcene. San Nicola, che alla sua età non ama molto il freddo, vive in Spagna (mica scemo) e normalmente va in giro in birkenstock e beve sangria. Verso metà Novembre, però, prende una barca a vapore (dopo le brutte esperienze con Ryanair, ha detto basta agli aeroplani) e arriva in Olanda, dove (visti i prezzi dei treni), si sposta con il suo cavallo bianco Amerigo. Un cavallo talmente strafatto che sostiene di poter volare sui tetti. È accompagnato dai suoi aiutanti, gli Zwarte Piets ("Black Peters"), che sono neri e vestiti con degli coloratissimi abiti in stile moresco (avete presente quando Django si sceglie il suo primo vestito da uomo libero? Bene.).
In questo periodo si svolgono molte parate in cui Sinterklaas e i Piets distribuiscono dolci. I dolci più tradizionali sono i pericolosissimi pepernoten, venduti in confezioni da un chilo alle casse del supermercato per uno o due euro. Creano pesante dipendenza e le loro dimensioni ridotte – una moneta da 20 cent – fanno sì che tu dici “adesso prendo l’ultimo” e poi guardi il sacchetto e li hai finiti. Sono letali nella versione ricoperta di cioccolato.
Pepernoten |
La festa ufficiale di Sinterklaas si tiene la notte del 5 Dicembre, quando i bimbi mettone le loro scarpe sotto il radiatore (in assenza di caminetto) con una carota per Amerigo e del cioccolato per i Piets. I Piets ovviamente fanno il lavoro sporco, e mentre Sinterklaas sta sul tetto scendono dal camino (radiatore?) per distribuire piccoli regali ai bimbi buoni, o sale a quelli cattivi. Di solito i regali sono accompagnati da una lettera di cioccolato con l’iniziale del nome del bimbo, e da una poesia in rima a lui dedicata. Per gli adulti la tradizione dei regali non esiste, ma rimane quella della lettera di cioccolato e delle poesie: molti la sera del 5 si riuniscono in famiglia o fra amici e si scambiano rime, spesso boccaccesche.
Sinterklaas fa il suo ingresso in città |
Hot daddy |
Piccoli Piets |
Fin qui come potete vedere le differenze sono poche. Le cose che mi hanno colpito, però, sono:
- Già da inizio Novembre, i bambini pretendono di andare in giro vestiti da Zwarte Piets: quindi con la faccia dipinta di nero e un cappello con la piuma. Se ne vedono talmente tanti in giro che ricorda il nostro carnevale...ma sono davvero molto teneri.
- Non c’è molto focus sul regalo. Da bambina, in classe da me consultavamo il catalogo della Mattel e ci sceglievamo regali tanto costosi quanto inutili (tra gli highlights ricordo un cane con la pancia che si apriva da cui tiravi fuori i suoi cuccioli-pupazzo). Qui mi sembra che ruoti tutto intorno ai dolci, alle parate per strada, al mettersi il capellino da Piet, alle poesie. E mi sembra molto più sano.
- i Piets sono neri, per cui l’Olanda viene costantemente accusata di razzismo. Quest’anno c’è stata addirittura una certa Verene Shepherd che, a capo di un gruppo di esperti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha accusato il governo Olandese di razzismo e ha proposto di abolire gli Zwarte Piets. Non potete immaginare il casino...roba che in poche ore una pagina di Facebook per la salvaguardia degli Zwarte Piets aveva 2 milioni di like (e qui sono in 16 milioni). Gli olandesi si sono inventati che i Piets sono neri perché scendono dal camino. Il che è un po’ inverosimile. Però direi che non vale la pena interrogarsi sul perché siano neri, visto che adesso la cosa non ha la minima importanza per dei bambini che, anzi, pregano la mamma di dipingergli la faccia di nero.
"Order now Black Klaas and White Peter! (and let's not forget the white horse...)" |
Detto questo, trovo i costumi degli Zwarte Piets piuttosto antiestetici...sarà che io odio le maschere fin da quando ero bambina. Danno comunque luogo a interessanti manifestazioni artistiche come le agghiaccianti foto qui sotto...
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