**Questo post era già pronto per essere pubblicato quando ho saputo della tragedia del volo MH17 partito ieri da Amsterdam alla volta di Kuala Lumpur e colpito da un missile mentre sorvolava il territorio Ucraino. 298 persone sono morte, 154 delle quali erano olandesi. Non mi sembrava giusto non menzionarli oggi sul blog. Il mio pensiero va a loro e alle loro famiglie, nella speranza che possano trovare pace. La violenza genera sempre violenza: finché l'umanità non riuscirà a farne a meno, tragedie come questa continueranno ad accadere.**
Storia di un decisione
Nonostante questo blog sia incentrato sull'Olanda, e sulla mia esperienza da expat in questo paese, mi viene naturale esplorare altri argomenti che mi stanno molto a cuore e sono diventati importanti nella mia vita. In Olanda ho trovato il tempo e la serenità per riflettere su temi che prima accantonavo perché distratta da mille altre preoccupazioni, che adesso si sono ridimensionate o appaiono addirittura superficiali. Non ho mai parlato molto di questo, ma la serenità e il tempo sono stati i doni più preziosi che vivere in Olanda mi ha fatto. Ho intrapreso un cammino che prima non avrei mai immaginato possibile...e proprio per questo, ovunque mi troverò fra 20 o 50 anni, l'Olanda rimarrà sempre speciale per me.
Dunque, la storia è questa. Da anni ormai vivevo con senso di colpa l'idea di mangiare carne. Era un tarlo che riuscivo ad ignorare molto, molto bene. Spesso me ne dimenticavo. Molto spesso ci scherzavo sopra ("mi piacerebbe diventare vegetariana, ma non riesco ad immaginare una vita senza prosciutto!"). Finché i ritmi frenetici della mia vita in Italia mi permettevano di dimenticare questa preoccupazione, ho vissuto bene e senza troppi rimorsi.
Poco tempo dopo essere arrivata in Olanda, però (ormai è passato quasi un anno!), una volta che l'ansia e l'eccitazione del cambiamento sono sfumate, mi sono ritrovata con un sacco di tempo in più per me e per i miei pensieri.
Ho ricominciato a fare yoga (adesso lo faccio circa 3 volte alla settimana). Mi sono guardata dentro. E ho dedicato più tempo alla mia alimentazione, ad esempio comprando prodotti diversi in supermercati diversi, in base alla qualità e alla convenienza, oppure facendo una piccola spesa ogni pochi giorni per evitare sprechi e garantirmi cibi freschi. Cose così. Presto, il tarlo è tornato fuori più incazzato che mai. Così, insieme a G abbiamo ridotto il consumo di carne in modo deciso, arrivando a comprare solo pesce e macinato di manzo biologico una volta alla settimana.
Ma poi ho visto questa intervista. E qualcosa in me è scattato.
Questo succedeva un mese fa. Adesso sto leggendo il libro Eating Animals di cui si parla nell'intervista, ma la mia decisione è stata presa nell'istante in cui il video era terminato. Da quel giorno non ho più mangiato nessun tipo di animale, nè carne nè pesce.
A questo punto è importante dire che non amo i vegetariani estremisti (a dire il vero, nessun tipo di estremista), non mi piace chi parla con disprezzo e superiorità a chi mangia carne, chi cerca di convertirti in tutti i modi, e chi dopo un giorno di astinenza cambia il suo profilo Facebook per annunciare che è vegetariano. Per cui credetemi che ho deciso di parlarne solo perché è un momento importante della mia vita, e perché vorrei avviare una discussione, o sucitare delle riflessioni, senza pretendere niente, imporre niente, o vantarmi di niente. In fin dei conti ho mangiato carne per quasi 30 anni, quindi 1 mese da vegetariana (parola che uso malvolentieri perché odio le etichette) non mi rende una esperta o una santa.
La carne inquina
Ci tengo a precisare che la compassione per gli animali è uno dei motivi principali della mia scelta, ma non l'unico.
Mangiare carne non è solo questione di coscienza, ma riguarda anche e soprattutto l'ambiente, l'inquinamento, e di conseguenza il riscaldamento globale ed il futuro dei nostri figli.
Sapevate che l'allevamento animale (che produce la vostra carne, ma anche latte, uova, e tutti i derivati animali) è la maggiore causa di inquinamento al mondo?! Più inquinante di tutta l'industria dei trasporti a livello mondiale (esatto, auto, camion, aerei, navi...). E non lo dico io, lo dice la FAO. Quindi se andate al lavoro in bici, o riciclate la carta, o usate detergenti biologici per salvare il pianeta...beh dovreste iniziare a considerare anche di mangiare un po' meno prosciutto. Lo stesso dicasi per il pesce: durante la pesca dei gamberetti, l'80 - 90% degli animali catturati dalle reti a strascico viene ributtato in mare morto, perché non destinato al consumo. Vale a dire che per ogni chilo di gamberetti che arriva sulle nostre tavole, 24 chili di altri animali marini sono stati uccisi per niente. Oppure il tonno: ben 145 diverse specie animali vengono regolarmente uccise "per sbaglio" affinché noi possiamo affondare i grissini nelle specialità Rio Mare. Inutile dire che buona parte di queste "vittime collaterali" sono specie protette.
"Animal agriculture makes a 40% greater contribution to global warming than all transportation in the world combined; it is the number one cause of climate change."
Sapevate che l'allevamento animale (che produce la vostra carne, ma anche latte, uova, e tutti i derivati animali) è la maggiore causa di inquinamento al mondo?! Più inquinante di tutta l'industria dei trasporti a livello mondiale (esatto, auto, camion, aerei, navi...). E non lo dico io, lo dice la FAO. Quindi se andate al lavoro in bici, o riciclate la carta, o usate detergenti biologici per salvare il pianeta...beh dovreste iniziare a considerare anche di mangiare un po' meno prosciutto. Lo stesso dicasi per il pesce: durante la pesca dei gamberetti, l'80 - 90% degli animali catturati dalle reti a strascico viene ributtato in mare morto, perché non destinato al consumo. Vale a dire che per ogni chilo di gamberetti che arriva sulle nostre tavole, 24 chili di altri animali marini sono stati uccisi per niente. Oppure il tonno: ben 145 diverse specie animali vengono regolarmente uccise "per sbaglio" affinché noi possiamo affondare i grissini nelle specialità Rio Mare. Inutile dire che buona parte di queste "vittime collaterali" sono specie protette.
Questi e altri dati sono scioccanti, ma raramente vengono presi in considerazione quando si parla di vegetarianesimo, che viene erroneamente associato con un mero sentimentalismo. Ed i sentimentalismi sono facili da liquidare. I fatti, e un mondo che muore, molto meno.
Per questo, onnivori o meno, vi invito a informarvi, magari iniziando col guardare l'intervista che tanto mi ha colpito. E se volete saperne di più, leggete il libro. Si chiama Eating Animals (titolo italiano "Se niente importa") ed è di Jonathan Safran Foer (esatto, l'autore dei romanzi "Ogni cosa è illuminata" e "Molto forte, incredibilmente vicino"). L'edizione italiana è edita da Guanda e potete acquistarla su Amazon per pochi euri a questo link.
Il vegetarianesimo in Olanda
Ero curiosa di capire qual'è l'atteggiamento del paese in cui vivo nei confronti di chi non mangia carne. A giudicare dalla quantità di cibo spazzatura e sottoprodotti della carne che gli olandesi ingurgitano, mi aspettavo che sarei rimasta delusa. E invece, sorpresa.
Il vegetarianesimo è relativamente comune nei Paesi Bassi. Uno studio ha dimostrato che il numero di vegetariani su una popolazione di quasi 16,5 milioni di persone è passato da 560.000 nel 2004 a 720.000 nel 2006. Si stima quindi che il 4,5% della popolazione olandese non mangia carne. Il veganismo è raro: l'Associazione olandese per Veganismo stima che ci siano circa 16.000 vegani in Olanda, vale a dire lo 0,1% della popolazione. Interessante è invece il numero dei "carnivori moderati", che si si astengono dal mangiare carne un paio di giorni a settimana: circa 3,5 milioni di cittadini olandesi (21%). Evitare la carne due o tre giorni alla settimana può sembrare poca cosa, ma al giorno d'oggi siamo talmente abituati ad averla sempre a portata di mano, così economica e veloce da preparare, che non è cosa da ignorare. E ricordiamoci che, come dice J.S.F., se tutti i cittadini USA rinunciassero alla carne per un solo pasto a settimana, la riduzione dell'inquinamento sarebbe pari alla scomparsa di 5 milioni di automobili. Sconvolgente, no?
La vendita di sostituti della carne in Olanda ha una crescita annua di circa il 25%, il che lo rende uno dei mercati in più rapida crescita nei Paesi Bassi. È forse questo il motivo del successo dell'azienda The Vegetarian Butcher (o De Vegetarische Slager in olandese).
The Vegetarian Butcher ("il macellaio vegetariano") nasce da un'idea di Jaap Korteweg, che ha intuito che i sostituti vegetali della carne dovrebbero essere appetitosi, gustosi e attraenti (siamo tutti d'accordo che il seitan così com'è assomiglia a una merda grigiastra? ok.). Secondo il loro brand statement, l'obiettivo dell'azienda è quello di mostrare agli amanti della carne che ridurre il consumo di questo alimento non è poi un grosso sacrificio. E pare che abbiano i numeri per riuscirci: i loro sostituti sono quasi indistinguibili dalla vera carne, tanto che uno dei maggiori chef al mondo, il catalano Ferran Adrià, non è riuscito a notare la differenza. La loro ambizione, davvero ambiziosa, è quella di diventare il maggiore "macellaio" al mondo.
Il primo negozio venne aperto nell'ottobre del 2010 a L'Aia. Adesso ci sono più di 1000 negozi e concessionari in tutta l'Olanda. Se vivete in Olanda e vi interessa provare i loro prodotti, li trovate nella grande distribuzione, da Jumbo e da Ekoplaza.
E in Italia?
Sono orgogliosa di dire che in base ad una ricerca dell'Unione Vegetariana Europea, l'Italia ha oltre sei milioni di vegetariani, ben il 10% della popolazione, e quindi il più alto tasso di vegetarianesimo dell'Unione europea. Brava Italia!
Sources:
http://en.wikipedia.org/wiki/Vegetarianism_by_country
http://www.rnw.nl/english/article/vegetarian-butchers-make-a-killing
http://www.devegetarischeslager.nl/
http://www.fao.org/ag/magazine/0612sp1.htm
Sources:
http://en.wikipedia.org/wiki/Vegetarianism_by_country
http://www.rnw.nl/english/article/vegetarian-butchers-make-a-killing
http://www.devegetarischeslager.nl/
http://www.fao.org/ag/magazine/0612sp1.htm
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